Iniziamo
col dire che di Daenerys Targaryen diafana principessa del Trono di
Spade, ma soprattutto dei suoi tre terribili draghi, ce ne facciamo un baffo!
Noi
in Ossola abbiamo il Bazalesch da sempre, da quando i Celti Leponti abitavano
le valli ossolane!
Sicuramente siamo la zona d’Italia a più
alta densità e Biodiversità di draghi et similia.
Il nome italiano Basilisco deriva dal greco basilískos, un termine composto da basileús (re) e ískos (piccolo), quindi “Piccolo re”, in connessione con il drago, “Grande re” dei serpenti.
Il bazalesch è veramente una sorta di piccolo drago che porta una corona regale in testa, ha il becco di un gallo, il corpo di un grosso ma corto serpente, è dotato di 2 zampette molto corte e naturalmente di ali; inoltre emette getti di fuoco o effluvi velenosi. Questo animale del mito in Biologia è indicato con il termine Chimera, cioè un essere composto da parti di animali differenti.
Troviamo le prime citazioni del basilisco nel
libro Historia naturalis di Plinio il Vecchio, naturalista
romano, vissuto nel I secolo d.C. che lo descrive così:
Il basilisco ha una macchia bianca in
capo, a forma di diadema.
Col fischio scaccia tutti i serpenti, né si muove come le altre serpi avvolgendosi, ma cammina sollevando il corpo da metà in su. Fa appassire le piante senza toccarle, brucia l’erba e rompe i sassi, tanta forza ha questa bestia. Il basilisco viene evitato dalle altre serpi, perché con l’odore le uccide; e dicesi che uccide l’uomo solo guardandolo. I sapienti attribuiscono meravigliose lodi al suo sangue, che si rassoda come pece, e stemperato ha colore più chiaro del cinabro. Questo sangue dona prosperità e guarisce dalle infermità.
Invece Isidoro da Siviglia scrittore
latino del VI secolo d.C. così lo descrive:
Basilisco
è nome greco che in Latino si interpreta come regulus, ossia piccolo re: il
basilisco è, infatti, il re dei serpenti, al punto che quanti tra questi lo
vedono fuggono per non essere uccisi dal suo odore. Questo animale è in grado
di uccidere anche un essere umano con un semplice sguardo. Se mai gli passa
dinanzi volando, nessun uccello può rimanere illeso: per quanto lontano,
infatti, è bruciato dalla sua bocca e divorato.
Il basilisco, tuttavia, è vinto dalle donnole, che gli esseri umani
introducono nelle caverne in cui si nasconde: appena le vede, il drago fugge,
ma quelle lo inseguono e lo uccidono.
Direi che manca solo un dato, come nasce un basilisco?
Così … esce da un uovo senza tuorlo, deposto da un gallo di sette anni, quando
Sirio è allo zenit, covato da un rospo sopra un mucchio di letame.
Plinio e Isidoro furono l’ispirazione dei Bestiari medievali, che sono ricchi di immagini del basilisco, immagini che vennero poi usate dai pittori e dai miniaturisti.
Naturalmente la Chiesa, quando iniziò a
convertire gli abitanti delle valli, trovandosi davanti ad una situazione con
draghi volanti, dal sangue miracoloso, di chiara origine celtica, si affrettò a
dire che il basilisco era il Demonio e così il piccolo drago …
finì sotto i piedi della Vergine e di altri
santi, sia nei dipinti che nelle statue, poveretto!
Passiamo ora agli avvistamenti del mitico
Bazalesch!
A Cimamulera si racconta che… “la biscia corta con la cresta di gallo viene trasportata dalle nuvole prima del temporale” e ancora … “un serpente verde con la cresta amava stare nelle vicinanze delle fontane, dove aveva l’abitudine di ipnotizzare le persone con il dondolio della testa e i sibili.”
Quindi attenti ai temporali e alle fontane!
E ora in Val Vigezzo: due sorelle vanno a raccogliere i frutti dei faggi, che amavano mangiare, quandosentono un rumore e vedono un lucertolone lungo mezzo metro, con una grossa testa e le zampe. Era il Bazalesch!
E ora il debunking, cioè vediamo cosa può aver creato questo animale del mito. Su queste montagne la presenza di rettili velenosi di notevoli dimensioni è frequente, citerei l’Aspide Vipera aspis.
Recentemente nel 2016 è stata scoperta la Vipera
dei Walser (Vipera walser Ghielmi, Menegon, Marsden, Laddaga,
Ursenbacher, 2016), un animaletto per nulla raccomandabile.
Pare che gli abitanti delle Alpi avessero
coniato già un nome per questa vipera che non era esattamente uguale alle
altre, chiamandola "vipera dei rododendri"; questo potrebbe lasciar
ipotizzare delle abitudini arboricole, occorreranno però ulteriori
approfondimenti sul comportamento per avere una conferma.
Un simile serpente, nel periodo in cui muta la
pelle, crea strutture simili a creste e può aver generato il mito. Per chi come
me ne avesse incontrato uno … fischi, sguardo ipnotico sono scontati ed
incutono terrore.
Il piccolo drago è così amato che a Malesco hanno creato una fontana molto bella, ove su una grande pietra è stata posta la statua di un Bazalesch; peccato sia identico ad una iguana crestata sudamericana!
Scusatemi è solo un commento tassonomico ... però l'ho vista dal vivo e confermo la mia opinione!
La Cappella del Bazalesch
A Cimamulera c’è una Cappella in località Casa
Negro, che un tempo conteneva una scultura in legno dipinto del ‘700, che
rappresentava Santa Marta, ai cui piedi era posto il Bazalesch. Sia la statua
della santa, sia la statua del rettile, di un bel colore verde scuro e un lungo
corpo avvolto a spire, erano particolarmente pregevoli e di deliziosa fattura.
Il luogo votivo era chiamato dagli abitanti “Cappella dul Bazalesch”.
Vorrei sottolineare che, mentre il rettile è osservabile nei dipinti sacri, è
invece molto raro nelle statue.
Purtroppo tutto fu rubato in una notte di
aprile del 1984.
Ora per vedere una simile statua occorre andare in una chiesa ossolana e cercare tra le diverse statue una di Santa Marta a cui piedi vi sia Lui il mitico bazalesch … che nelle immagini seguenti ha però un muso canino, ben differente dalla testa di un gallo!
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