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mercoledì 4 agosto 2021

BAZALESCH I DRAGHI VOLANTI DELLA VAL D’OSSOLA

 


Iniziamo col dire che di Daenerys Targaryen diafana principessa del Trono di Spade, ma soprattutto dei suoi tre terribili draghi, ce ne facciamo un baffo!

Noi in Ossola abbiamo il Bazalesch da sempre, da quando i Celti Leponti abitavano le valli ossolane!

Sicuramente siamo la zona d’Italia a più alta densità e Biodiversità di draghi et similia.

Il nome italiano Basilisco deriva dal greco basilískos, un termine composto da basileús (re) e ískos (piccolo), quindi “Piccolo re”, in connessione con il drago, “Grande re” dei serpenti.


Il bazalesch è veramente una sorta di piccolo drago che porta una corona regale in testa, ha il becco di un gallo, il corpo di un grosso ma corto serpente, è dotato di 2 zampette molto corte e naturalmente di ali; inoltre emette getti di fuoco o effluvi velenosi. Questo animale del mito in Biologia è indicato con il termine Chimera, cioè un essere composto da parti di animali differenti.

Troviamo le prime citazioni del basilisco nel libro Historia naturalis di Plinio il Vecchio, naturalista romano, vissuto nel I secolo d.C. che lo descrive così:

Il basilisco ha una macchia bianca in capo, a forma di diadema.

Col fischio scaccia tutti i serpenti, né si muove come le altre serpi avvolgendosi, ma cammina sollevando il corpo da metà in su. Fa appassire le piante senza toccarle, brucia l’erba e rompe i sassi, tanta forza ha questa bestia. Il basilisco viene evitato dalle altre serpi, perché con l’odore le uccide; e dicesi che uccide l’uomo solo guardandolo. I sapienti attribuiscono meravigliose lodi al suo sangue, che si rassoda come pece, e stemperato ha colore più chiaro del cinabro. Questo sangue dona prosperità e guarisce dalle infermità.

Invece Isidoro da Siviglia scrittore latino del VI secolo d.C. così lo descrive:

Basilisco è nome greco che in Latino si interpreta come regulus, ossia piccolo re: il basilisco è, infatti, il re dei serpenti, al punto che quanti tra questi lo vedono fuggono per non essere uccisi dal suo odore. Questo animale è in grado di uccidere anche un essere umano con un semplice sguardo. Se mai gli passa dinanzi volando, nessun uccello può rimanere illeso: per quanto lontano, infatti, è bruciato dalla sua bocca e divorato.  Il basilisco, tuttavia, è vinto dalle donnole, che gli esseri umani introducono nelle caverne in cui si nasconde: appena le vede, il drago fugge, ma quelle lo inseguono e lo uccidono.

Direi che manca solo un dato, come nasce un basilisco? Così … esce da un uovo senza tuorlo, deposto da un gallo di sette anni, quando Sirio è allo zenit, covato da un rospo sopra un mucchio di letame.

Plinio e Isidoro furono l’ispirazione dei Bestiari medievali, che sono ricchi di immagini del basilisco, immagini che vennero poi usate dai pittori e dai miniaturisti.

Naturalmente la Chiesa, quando iniziò a convertire gli abitanti delle valli, trovandosi davanti ad una situazione con draghi volanti, dal sangue miracoloso, di chiara origine celtica, si affrettò a dire che il basilisco era il Demonio e così il piccolo drago …

finì sotto i piedi della Vergine e di altri santi, sia nei dipinti che nelle statue, poveretto!


Ma ogni drago ha normalmente un santo che lo uccide: il più noto è San Giorgio, patrono d’Inghilterra, che però è troppo lontano. Ma noi abbiamo San Giulio, di origine greca, voleva costruire una chiesa e pensò di erigerla nella piccola isola posta al centro del Lago d’Orta. Sull'isola Giulio trovò e sconfisse draghi, basilischi e serpenti che popolavano quel luogo. Ancora oggi nella regione San Giulio protegge i fedeli dai serpenti ed un tempo le genti ossolane facevano pellegrinaggi devozionali fino all’isola del Santo. 

Passiamo ora agli avvistamenti del mitico Bazalesch!

A Cimamulera si racconta che… “la biscia corta con la cresta di gallo viene trasportata dalle nuvole prima del temporale” e ancora … “un serpente verde con la cresta amava stare nelle vicinanze delle fontane, dove aveva l’abitudine di ipnotizzare le persone con il dondolio della testa e i sibili.”

Quindi attenti ai temporali e alle fontane!

E ora in Val Vigezzo: due sorelle vanno a raccogliere i frutti dei faggi, che amavano mangiare, quandosentono un rumore e vedono un lucertolone lungo mezzo metro, con una grossa testa e le zampe. Era il Bazalesch!

  

E ora il debunking, cioè vediamo cosa può aver creato questo animale del mito. Su queste montagne la presenza di rettili velenosi di notevoli dimensioni è frequente, citerei l’Aspide Vipera aspis.

Recentemente nel 2016 è stata scoperta la Vipera dei Walser (Vipera walser Ghielmi, Menegon, Marsden, Laddaga, Ursenbacher, 2016), un animaletto per nulla raccomandabile.

Pare che gli abitanti delle Alpi avessero coniato già un nome per questa vipera che non era esattamente uguale alle altre, chiamandola "vipera dei rododendri"; questo potrebbe lasciar ipotizzare delle abitudini arboricole, occorreranno però ulteriori approfondimenti sul comportamento per avere una conferma.

 

Un simile serpente, nel periodo in cui muta la pelle, crea strutture simili a creste e può aver generato il mito. Per chi come me ne avesse incontrato uno … fischi, sguardo ipnotico sono scontati ed incutono terrore.

 


Il piccolo drago è così amato che a Malesco hanno creato una fontana molto bella, ove su una grande pietra è stata posta la statua di un Bazalesch; peccato sia identico ad una iguana crestata sudamericana!

Scusatemi è solo un commento tassonomico ... però l'ho vista dal vivo e confermo la mia opinione!


La Cappella del Bazalesch


A Cimamulera c’è una Cappella in località Casa Negro, che un tempo conteneva una scultura in legno dipinto del ‘700, che rappresentava Santa Marta, ai cui piedi era posto il Bazalesch. Sia la statua della santa, sia la statua del rettile, di un bel colore verde scuro e un lungo corpo avvolto a spire, erano particolarmente pregevoli e di deliziosa fattura. Il luogo votivo era chiamato dagli abitanti “Cappella dul Bazalesch”. Vorrei sottolineare che, mentre il rettile è osservabile nei dipinti sacri, è invece molto raro nelle statue.

Purtroppo tutto fu rubato in una notte di aprile del 1984.

Ora per vedere una simile statua occorre andare in una chiesa ossolana e cercare tra le diverse statue una di Santa Marta a cui piedi vi sia Lui il mitico bazalesch … che nelle immagini seguenti ha però un muso canino, ben differente dalla testa di un gallo!



 


mercoledì 19 maggio 2021

Il più grande Fossil Hunter fu una donna: Mary Anning



 

Il contributo di Mary ebbe un impatto importante in un periodo in cui si credeva ancora che, come aveva affermato il buon Rev. Ussher, la Terra fosse stata creata da Dio il 23 ottobre del 4004 a.C. Gli spettacolari rettili marini che Mary scoprì scossero la comunità scientifica portandola a cercare spiegazioni differenti per i cambiamenti nel mondo naturale. William Buckland, Henry del La Beche e William Conybeare furono alcuni dei molti scienziati che devono i loro successi a lei. Al momento della sua morte, la geologia era fermamente consolidata come disciplina scientifica.


Una vita spericolata

Work

Mary nacque il 21 maggio 1799 in una modesta famiglia di Lyme Regis, un paesino sulle coste del Dorset, posto al centro di quella che, a causa dei ritrovamenti fossiliferi, è chiamata Jurassic Coast. Mary e il fratello Joseph furono gli unici sopravvissuti dei 10 figli nati a Richard Anning e sua moglie Mary Moore.

Il 19 agosto 1800, quando Mary aveva solo 15 mesi, accadde un fatto che poi divenne parte del folklore locale. Mary era in braccio ad una vicina di casa, Elizabeth Haskings, che stava in piedi con altre due donne sotto un albero, durante un temporale, (una vicenda da Darwin Award) quando un fulmine colpì l’albero. Le tre donne furono uccise, ma la piccola Mary subito soccorsa sopravvisse.  I genitori affermarono che l’evento l’aveva trasformata in una bambina sanissima. Per molti anni gli abitanti di Lyme Regis attribuirono la curiosità, l’intelligenza, e la vivace personalità di Mary all’incidente.

 

Vendere conchiglie sulla spiaggia

Ancora prima dell’epoca di Mary gli abitanti della cittadina arrotondavano i loro stipendi vendendo ai turisti fossili, da loro chiamati curiosities. I fossili venivano indicati con nomi strani quali snake-stones (ammoniti), devil's fingers (belemniti), e verteberries (vertebre) a cui venivano attribuiti poteri medicamentosi e proprietà mistiche!

La famiglia Anning viveva così vicina al mare, che le stesse tempeste che erodevano le falesie e rivelavano nuovi fossili, alcune volte allagavano il piano terra della casa, costringendoli a rifugiarsi al piano superiore!

Il padre di Mary Richard era un carpentiere ed ebanista ed insegnò alla figlia a cercare e a pulire i fossili.

Essi vendevano le “curiosità” che raccoglievano in una bancarella sul lungomare, dove trovavano acquirenti tra le persone del ceto medio che frequentavano Lyme Regis in estate, il loro negozio era molto famoso nella zona.

 

Una vita difficile

La famiglia in ogni caso rimase molto povera e quando Richard, ammalato di tubercolosi, morì nel 1810, all’età di soli 44 anni, la situazione peggiorò.

La giovane Mary contribuiva alle magre entrate familiari continuando il commercio; ella aveva buoni occhi per i fossili e le scogliere e le spiagge di Lyme erano ricche di belemniti e ammoniti e in qualche caso di rettili e pesci, depositati dai mari del Giurassico 200 milioni di anni fa.

Le onde marine e le frane esponevano costantemente nuove scorte di fossili; c’erano buoni bottini ma era una vita pericolosa: frane di fango, maree ingannevoli, colline instabili e mari che non perdonavano.

Mary cercava i fossili anche durante i mesi invernali, perché le frane esponevano nuovi reperti, che dovevano essere raccolti velocemente prima dell’arrivo di una nuova onda. Era un lavoro pericoloso, e Mary per poco non perse la vita nel 1833, quando una frana la sommerse ed uccise il suo cane Tray.

 

Ma parliamo ora di un’amicizia importante che legò Mary Anning ad Elizabeth Philpot.

Nata nel 1780, Elizabeth Philpot e le sue sorelle Mary e Margaret si trasferirono a Lyme da Londra nel 1805, e lì vissero per il resto della loro vita.  Elizabeth Philpot divenne amica di  Mary Anning quando Mary era ancora una bimba. Nonostante la differenza di 20 anni, e pur appartenendo a classi sociali diverse, Elizabeth e Mary divennero molto amiche e spesso cercavano fossili insieme. Elizabeth incoraggiò la giovane Anning a studiare geologia e a comprendere la scienza celata entro i fossili da lei venduti.

 

La prima scoperta favolosa

Nel 1811, il fratello di Mary, Joseph scoprì un teschio, con un grande occhio, che sporgeva da una collina. Dopo un lungo periodo Mary molto faticosamente liberò dalle rocce uno scheletro quasi completo di quello che lei definì “coccodrillo”.




 

Il campione fu acquistato dal nobile locale Henry Hoste Henley che lo vendette a William Bullock per il suo London Museum of Natural Curiosities, situato entro Egyptian Hall , che conteneva migliaia di oggetti storici e scientifici.

Questo avvenimento portò la reputazione di Mary all’attenzione dei circoli scientifici. Il campione fu più tardi nominato Ichthyosaurus il pesce-lucertola, dagli scienziati De La Beche e Conybeare.



 

Aiuto per una famiglia in difficoltà

La famiglia Anning si era quindi affermata come cacciatori di fossili, ma purtroppo rimasero poveri, quasi indigenti. Nel 1820 uno dei loro mecenati, il geologo Henry de La Beche, dipinse il quadro Duria Antiquor  il primo grande dipinto che  rappresentava una scena di vita preistorica, basandosi sui fossili che Mary aveva trovato da cui ricavò delle stampe.  

La vendita delle stampe suscitò interesse in Inghilterra ed in tutta Europa e fruttò 400 sterline che egli donò generosamente agli Anning.





Altri fossili sensazionali

Altre scoperte sensazionali seguirono. Nuovi scheletri di Ittiosauro, più completi, furono scoperti.

A questi segui il ritrovamento di uno scheletro completo di un Plesiosauro dal lungo collo, il “Drago di mare” nel 1823, che fu di ispirazione per la pubblicazione nel 1840 del libro The Book of the Great Sea Dragons da parte di Thomas Hawkins.


 

E poi fu la volta del “Drago volante” o Pterodactylus nel 1828, e lo Squaloraja, un pesce fossile, che era una via di mezzo tra uno squalo ed una razza, nel 1829.

Nell’inverno del 1830, ella scoprì un nuovo Plesiosauro, dalla grande testa, comprato per 200 Guinee, da William Willoughby, più tardi divenuto Earl of Enniskillen.



  

Una figura popolare

Mary era colta, malgrado avesse avuto inizialmente pochissima istruzione. Ella imparò da sola Geologia e Anatomia Comparata per poter ricostruire i suoi fossili. Le sue opinioni furono ascoltate ed era riconosciuta come esperta in molte discipline.

Sebbene la Anning conoscesse molte più cose riguardo ai fossili e alla geologia di molti importanti paleontologi a cui vendeva i suoi fossili, essi pubblicavano le descrizioni delle specie da lei scoperte, senza mai menzionarla! Non parliamo poi di dedicarle una specie...

 

Il top venne raggiunto poi quando il francese George Cuvier, che aveva inventato quel gioiellino di bugie noto con il nome di Catastrofismo, la accusò di frode.  Secondo l’anatomista francese quell’animale dal collo lunghissimo aveva “troppe vertebre”, allora Mary ne fece un disegno particolareggiato e glielo inviò, chiudendo elegantemente la questione.


 

Qualcosa di più di un’amicizia nacque tra Mary e il geologo  Henry de La Beche, (nell'immagine), spesso li si vedeva cercare fossili insieme lungo la costa … ma poi lui sposò una signorina di buona famiglia e Mary visse con la madre per il resto della sua vita. 

 

Mary Anning ebbe contatti con i migliori geologi inglesi dell’epoca quali: William Conybeare, Richard Owen, Roderick Murchison e la moglie Charlotte , di cui divenne amica di famiglia, il grande Charles Lyell, ispiratore e poi amico di Darwin e Adam Sedgwick, che fu insegnante di Darwin a Cambridge.

 

Il Paleontologo svizzero Louis Agassiz visitò Lyme nel 1834 e lavorò con Mary per cercare e studiare i fossili dei pesci della zona. Egli conobbe anche Miss Elizabeth Philpot, di cui apprezzò la vasta collezione di pesci fossili.

Agassiz fu anche l’unico studioso a dedicare delle specie a Mary, in particolare 2 pesci fossili:

Acrodus anningiae  e Belenostomus anningiae; un’altra specie venne dedicata Elizabeth Philpot.

 

Altre specie portano ora il suo nome, come Cytherelloidea anningi, e i due generi : Anningia (rettile) e Anningella  (bivalve), tutte nomenclate dopo la sua morte.

La sua vita ruotò interamente intorno a Lyme Regis, che lasciò solo una volta nella sua vita, per un breve viaggio a Londra, dove fu ospite dei Murchison.

 

Il riconoscimento Finale

Mary Anning morì di tumore al seno all’età di 47 anni, il 9 marzo 1847. Nove anni prima della sua morte le fu garantita una rendita, o pagamento annuale, raccolto dai membri della British Association for the Advancement of Science e della Geological Society of London

Ella fu anche il primo membro onorario del nuovo Museo della Contea di Dorset.

La sua morte venne ricordata dalla Geological Society (che non ammise donne fino al 1904) e la sua vita di ricerca commemorata con una vetrata, a lei dedicata nella chiesa di Lyme Regis.

Molti i riconoscimenti post- mortem:


Dickens scrisse un articolo sulla sua vita nel febbraio del 1865 nella sua rivista All the Year Round che terminava così :"The carpenter's daughter has won a name for herself, and has deserved to win it “il cui testo potete trovare online.

 

  

Mary fu l’ispiratrice del tongue twister scritto da Terry Sullivan nel 1908:

 

She sells seashells on the seashore

 

The shells she sells are seashells, I'm sure

 

So if she sells seashells on the seashore

 

Then I'm sure she sells seashore shells.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

H.A. Forde The Heroine of Lyme Regis: The Story of Mary Anning the Celebrated Geologist (1925)

 

Shelley Emling The Fossil Hunter: Dinosaurs, Evolution, and the Woman Whose Discoveries Changed the World (2011)

 

Joan Thomas Curiosity  (2010)

 

   John Fowles La donna del tenente francese (1969)

 

“Strane creature” di Tracy Chevalier







 

giovedì 6 maggio 2021

EDWARD JENNER, Medico, Naturalista, Scienziato e Inventore del primo Vaccino

 


In science credit goes to the man who convinces the world,.

 not the man to whom the idea first occurs.

—Francis Galton


Ho voluto premettere questa frase significativa di Sir Francis Galton, allo scopo di evitare le solite polemiche su presunti scopritori antecedenti; in effetti esiste già un termine attribuito a Jenner, che è “Padre dell’Immunologia”, che non amo perché Jenner fu uno sperimentatore!

È sorprendente il fatto che, mentre infuriano le polemiche tra no-vax e fautori dei vaccini, quasi nessuno conosca Edward Jenner; tranne i Milanesi a cui è noto Viale “Ienner”!

Bene allora parliamo di questo scienziato straordinario!
Edward Jenner nacque il 17 maggio 1749, nella cittadina di Berkeley nel Sud-Ovest dell’Inghilterra.
Edward era l’ottavo dei nove figli del Vicario di Berkeley, il Reverendo Stephen Jenner, e di sua moglie Sarah. Sin dalla tenera età, con gli insegnamenti della madre prima e quelli del padre poi, Edward fu istruito secondo un'educazione classica ed era particolarmente dotato per il Latino.
Purtroppo Edward perse entrambi i genitori in giovanissima età. La presenza della sorella Mary, che per lui divenne quasi una seconda madre, e quella quasi paterna del fratello maggiore Stephen resero meno difficile la crescita del bimbo.

Gli anni di studio

Nel 1756, all'età di sette anni, Edward fu mandato a studiare presso la scuola di Grammatica di Cirencester
Durante questo periodo Jenner venne inoculato con il Variola virus, agente del terribile Vaiolo umano, subì quindi una Variolazione, di cui parlerò più avanti, non una vaccinazione, che lo rese immune per tutta la vita a questa malattia.

Nel 1763 all’età di 14 anni egli divenne apprendista per 7 anni presso Mr. Daniel Ludlow, un  Surgeon di Chipping Sodbury, dove egli acquisì l’esperienza necessaria per diventare  Surgeon lui stesso.
Occorre ora spiegare che nell’Inghilterra del XVIII secolo esistevano due tipologie di medici: il Physician e il Surgeon. Quali erano le differenze tra le due categorie: il Physician aveva una laurea con specializzazione, come i medici attuali, il Surgeon era una persona, spesso senza studi, ma veloce nell’usare il bisturi, quindi non comparabile ai nostri chirurghi.

All'età di ventuno anni Edward decise che era arrivato il momento di andare a Londra per imparare la Pratica ospedaliera: per fare ciò decise di affidarsi a John Hunter medico scozzese, ma soprattutto grande Surgeon. Jenner divenne il miglior allievo di John Hunter.
Il tempo di Edward a Londra veniva equamente suddiviso tra pazienti e ricerche. Ogni giorno Jenner e Hunter andavano avanti e indietro tra il St. George's Hospital e il Westminster Hospital

Poi dalle due del pomeriggio, per circa cinque ore, Jenner seguiva dimostrazioni presso la Scuola di Anatomia gestita da William Hunter, fratello di John, a Covent Garden, che era la miglior Scuola Anatomica in Europa.
Finite le lezioni, Edward si occupava degli incarichi ricevuti da Hunter quali dissezioni di cadaveri e preparazione di medicine. Il giovane Jenner era un ottimo Surgeon, veloce e preciso con il bisturi.
Dopo cena spesso i due si attardavano fino a notte alta all'interno del laboratorio.
E non si sa come ma, tra i cadaveri dissezionati, Hunter e Jenner parlavano di argomenti a tema naturalistico come: il parassitismo da cova del cuculo, il letargo dei tassi e le migrazioni degli uccelli.

Evidentemente la vicinanza del giovane Jenner faceva bene ad Hunter …
Sì perché Hunter era un medico particolare, così particolare da aver ispirato al suo conterraneo Robert Louis Stevenson il famosissimo romanzo “Doctor Jekyll and Mister Hyde”.

Ad ogni modo nel 1771 Edward Jenner conseguì la Laurea in Medicina e divenne Physician. Lui e Hunter erano diventati ottimi amici e rimasero in contatto per 20 anni, fino alla morte di Hunter

 

Il ritorno a Berkeley

Il ritorno a casa per Jenner coincise con il ritorno ai suoi interessi. Studiò Geologia e si interessò alla Paleontologia
Nel 1784, dopo una dimostrazione pubblica di palloni ad aria calda e ad idrogeno fatta da Joseph M. Montgolfier in Francia durante l’anno precedente, Jenner costruì e collaudò due volte il suo pallone a idrogeno; il pallone volò per 12 miglia.
Fu la sua passione per le mongolfiere a fargli incontrare Catherine Kingscote, che poi sposò nel marzo del 1788, lui aveva 39 anni e la sposa 27. Ebbero 3 figli: Edward, Catherine e Robert.

Jenner era un naturalista appassionato e spiegò il parassitismo da cova del cuculo, poi inviò una Relazione alla Royal Society alla fine di dicembre 1787, accettata e letta durante un meeting della Society il 13 Marzo 1788. Ebbene Jenner fu eletto membro della Royal Society il 25 Febbraio 1789, in riconoscimento al suo contributo.

 

A questo punto ritengo opportuno introdurre informazioni relative al vaiolo.


Le origini del vaiolo si perdono nella Preistoria. Si pensa sia apparso attorno al 10.000 a.C. nei primi insediamenti agricoli nel Nord Est dell’Africa.
Il vaiolo raggiunse l’Europa tra il V e il VII d.C. e fu spesso epidemico durante il Medioevo.
Nell’Europa del XVIII secolo 400.000 persone morivano annualmente di vaiolo e un terzo dei sopravvissuti diventavano ciechi. I sintomi del vaiolo, o The Speckled Monster (il Mostro maculato) come era chiamato in Inghilterra, apparivano improvvisamente e le conseguenze erano devastanti. La percentuale dei contagiati variava dal 20% al 60% e lasciava i sopravvissuti completamente sfigurati. La percentuale dei casi nei bambini era altissima: 80% a Londra e 98% a Berlino.

Il nome variola, comunemente usato per indicare il vaiolo, era stato introdotto dal Vescovo Marius di Avenches (Losanna) nel 570 d.C. Il termine deriva dal Latino varius, che significa “macchiato,” o da varus “segno sulla pelle.” Il termine small pockes (pocke significa sacca) venne usato inizialmente in Inghilterra dalla fine del XVI secolo per distinguere la malattia dalla sifilide, nota come great pockes. Il termine attuale è smallpox

La Variolazione era un metodo usato per immunizzare un individuo contro il vaiolo Variola virus, con materiale preso da un paziente malato non grave o in via di guarigione, con la speranza di ottenere una leggera, ma protettiva infezione.
La Variolazione venne introdotta in Inghilterra da medici greci e turchi.
La procedura consisteva nell’inserire una crosta polverizzata o liquido estratto dalle pustole, in un taglio superficiale praticato nella pelle. Il procedimento induceva una forma molto leggera e benefica di vaiolo, che portava alla guarigione e all’immunizzazione, ma non funzionava sempre purtroppo, si aveva una percentuale di insuccessi del 30%.
Un altroproblema era che, durante questo processo, il malato era contagioso, contrariamente a quanto avviene con la vaccinazione.

Invece una persona vaccinata non è contagiosa … questo lo dico per i no-vax

 

La Scoperta

Fu nel 1796 che Jenner fece i primi passi del lungo processo che portò alla totale eradicazione del vaiolo, il flagello dell’umanità. Per molti anni egli aveva ascoltato i racconti che affermavano che le mungitrici erano protette naturalmente dal vaiolo, dopo aver sofferto di vaiolo bovino o cowpox.
Il cowpox è una leggera infezione virale delle mucche, che causa poche piccole sacche purulente sulle mammelle, con lievi disturbi. Le mungitrici talvolta contraevano il cowpox dalle mucche; in questo caso esse avevano malesseri per alcuni giorni, in seguito si formavano poche sacche virali, solamente a livello delle mani, e il decorso era sempre positivo.

Ragionando su questi argomenti Jenner ipotizzò che il vaiolo vaccino proteggeva dal vaiolo, ma anche che potesse essere trasmesso da una persona all’altra come meccanismo di protezione.




La prima Vaccinazione

Nel maggio del 1796 una mungitrice, Sarah Nelmes, consultò Jenner per un’eruzione cutanea che aveva su una mano.
Egli disse che si trattava di cowpox e Sarah confermò che una delle sue mucche, di razza Gloucester e di nome Blossom, aveva di recente avuto il cowpox.
Edward Jenner realizzò che questa era la sua opportunità di testare le proprietà protettive del cowpox, trasmettendolo a qualcuno che non si era mai ammalato di vaiolo umano.

 


Egli scelse James Phipps,il figlio di 8 anni del suo giardiniere. Il 14 maggio 1796 egli praticò alcune incisioni su un braccio del piccolo James ed introdusse in esse materiale estratto da una delle pustole della mano di Sarah. Pochi giorni dopo James manifestò una forma leggera di cowpox, ma si riprese benissimo in una settimana.
Così Jenner ebbe la prova che il cowpox poteva essere trasmesso da una persona ad un’altra, così come avveniva tra una mucca e un uomo.
Il passo successivo, molto rischioso, fu vedere se il cowpox avrebbe ora protetto James dallo smallpox. Il 1° luglio Jenner inoculò il virus del vaiolo umano a James. Come Jenner aveva pensato, e indubbiamente con suo grande sollievo, non si sviluppò alcuna malattia e Jenner concluse che la protezione era acquisita.
Jenner aveva dimostrato che l’inoculazione con l’innocuo cowpox, immunizzava contro lo smallpox
.

A questo esperimento ne seguirono molti altri.


Pubblicazioni

Nel 1797 Jenner inviò una breve informativa alla Royal Society ove descriveva il suo esperimento e le conseguenti osservazioni, il saggio fu rifiutato perché troppo audace!

Poi nel 1798, avendo aggiunto altri casi, Jenner pubblico privatamente un piccolo libro intitolato: An Inquiry into the Causes and Effects of the Variolae vaccinae, a disease discovered in some of the western counties of England, particularly Gloucestershire and Known by the Name of Cow.

 La parola latina per mucca è vacca ed il vaiolo bovino è detto vaccinia; Jenner decise di chiamare la nuova procedura Vaccinazione.

A Londra la vaccinazione divenne popolare grazie alle attività di altri medici, in particolare del chirurgo Henry Cline, al quale Jenner aveva dato alcune dosi dell’inoculante. Più tardi nel 1799 i dottori George Pearson e William Woodville iniziarono a promuovere la vaccinazione tra i loro pazienti. Malgrado errori, molte controversie e cavilli, l’uso del vaccino si diffuse rapidamente in Inghilterra e, entro il 1800, aveva raggiunto anche la maggior parte degli altri paesi europei.

Malgrado fosse talvolta imbarazzato dalla mancanza di scorte, Jenner inviò vaccini alle sue conoscenze mediche e a chiunque ne facesse richiesta. Dopo l’introduzione dell’inoculazione da vaiolo bovino nei propri distretti alcuni dei riceventi passarono il vaccino ad altri.

Edward Jenner nel 1800 inviò parte del materiale a Benjamin Waterhouse, professore di fisica alla Harvard University. Waterhouse introdusse la Vaccinazione nel New England e quindi persuase Il Presidente Thomas Jefferson a sperimentarlo in Virginia. Waterhouse ricevette un grande supporto da Jefferson, che lo nominò Agente dell’Istituto Nazionale dei Vaccini, un’organizzazione creata per implementare un programma nazionale di vaccinazione negli Stati Uniti.

Napoleone Bonaparte, dopo aver appreso la grande scoperta, fece vaccinare suo figlio e s’affrettò ad istituire nell’Impero 25 centri di vaccinazione antivaiolosa, rendendola obbligatoria per tutti i militari.

Napoleone conferì a Jenner una medaglia nel 1804 e diceva di lui: “A Jenner non posso negare nulla, è uno dei più grandi Benefattori dell’Umanità”

Malgrado avesse ricevuto riconoscimenti a livello mondiale e molti onori Jenner non fece nessun tentativo di arricchirsi con la sua scoperta. In effetti egli dedicò talmente tanto tempo alla causa della vaccinazione che la sua professione e i suoi affari personali ne soffrirono pesantemente.

Il valore straordinario della vaccinazione fu pubblicamente riconosciuto in Inghilterra, quando nel 1802 il Parlamento Inglese assegnò a Edward Jenner la somma di 10.000 Sterline. Cinque anni più tardi il Parlamento gli assegno altre 20.000 Sterline.  Malgrado tutto ciò egli continuò la sua attività a favore del Programma di Vaccinazione. Gradualmente la vaccinazione sostituì la variolazione, che venne proibita in Inghilterra nel 1840; la Vaccinazione divenne obbligatoria nel 1853.

La pubblicazione della Ricerca fu accolta con reazioni differenti dalla comunità medica, occorse un po’ di tempo perché tutto l’ambiente medico inglese approvasse la Vaccinazione.


No vax ante litteram

Devo anche dire che Jenner si ritrovò soggetto ad attacchi pesanti e a derisione… da parte degli Antenati degli attuali no-vax, che pubblicarono perfino vignette  infamanti sui giornali dell’epoca; gente che evidentemente preferiva morire di vaiolo, pur di non vaccinarsi!

 



Ed ora una chicca incredibile! Sapete chi era il Presidente dell’Associazione contro la Vaccinazione?

No? Allora ve lo dico io era quel Alfred Russel Wallace, che ora dicono avesse scoperto la Teoria dell’Evoluzione contemporaneamente a Darwin!

Wallace scrisse infatti il saggio che potete vedere nell’immagine, dove affermava i seguenti concetti:

  • solo le persone che vivono in luoghi malsani si ammalano
  • essere vaccinati è più pericoloso di avere la malattia
  • il vaccino non funziona 

La Chiesa naturalmente si oppose! Perché diceva che non si poteva contaminare il sangue umano con sostanze provenienti da animali inferiori.


Il ritiro dalla vita pubblica



La famiglia Jenner visse a Chantry House, che divenne il museo Jenner nel 1985. Jenner costruì un capanno nel giardino, che chiamò il “Tempio di Vaccinia”, dove vaccinava i poveri gratuitamente.

Dopo un decennio di intensa attività, Jenner gradualmente si ritirò dalla vita pubblica e ritorno a praticare la medicina di campagna in Berkeley.

Negli anni successivi furono molto tristi per Jenner: nel 1810, suo figlio maggiore Edward morì di tubercolosi, sua sorella Mary morì nello stesso anno e sua sorella Anne due anni più tardi. Nel 1815, sua moglie Catherine morì di tubercolosi. I dispiaceri si accumularono su di lui ed egli si ritirò ancora di più dalla vita pubblica. 

Nel 1820 Jenner ebbe un ictus da cui si riprese. Il 23 Gennaio 1823 egli visitò il suo ultimo paziente, un amico morente. Il mattino successivo Jenner non si presentò a colazione, più tardi quel giorno venne trovato nel suo studio, aveva avuto un ictus devastante.

Edward Jenner morì di primo mattino domenica 26 Gennaio 1823. Venne sepolto con i suoi genitori, la moglie ed il figlio vicino all’altare della chiesa di Berkeley.

Nel 1801 Edward Jenner aveva pubblicato un saggio che terminava con queste profetiche parole:

 '... the annihilation of the Small Pox, the most dreadful scourge of the human species, must be the final result of this practice'. Occorsero 180 anni, poi la sua previsione si avverò, vediamo…

L’Organizzazione Mondiale della Sanità decise, a partire dal 1950, di eliminare il vaiolo in tutto il mondo. L'ultimo caso conosciuto di vaiolo nel mondo venne diagnosticato nel 1977 in Somalia.

L’OMS dichiarò ufficialmente eradicata questa malattia nel 1980.

È del 1986 la prima raccomandazione dell'OMS riguardo alla distruzione del virus, con data fissata il 30 dicembre 1993 e poi posposta al 30 giugno 1999. A causa della resistenza da parte di Stati Uniti e Russia, nel 2002 l'Assemblea mondiale della sanità dell'OMS ha deciso di consentire il mantenimento temporaneo degli stock di virus a scopo di ricerca.

Una pubblicazione del 2010 di una squadra di esperti di salute pubblica, nominati dall'OMS, ha concluso che non vi sia alcuna essenziale questione di sanità pubblica che giustifichi Stati Uniti e Russia a mantenere riserve di virus.

Data l’eradicazione della malattia, la vaccinazione obbligatoria è stata sospesa a partire dagli anni ’70 e ’80 in tutti i Paesi. In Italia, la vaccinazione venne sospesa nel 1977 e definitivamente abrogata nel 1981.